sabato 21 settembre 2013

Le donne pucciniane: Mimì

Cari lettori, da oggi pubblicherò una volta a settimana un post dedicato ad una delle splendide creature femminili di Puccini.

Cominciamo da Mimì de La Bohème, personaggio che amo particolarmente.


Mimì entra in scena per caso; la prima volta che appare bussa alla porta della soffitta in cui abita il poeta Rodolfo perché, mentre sale le scale per andare alla sua camera, le si è spento il lume.
Ha un lieve svenimento, Rodolfo la fa rinvenire e dopo aver accettato un po' di vino esce di scena.
Presto però è di ritorno: ha perduto in quella soffitta la chiave di casa e chiede a Rodolfo di cercarla insieme a lei; il vento spegne i lumi lasciandoli al buio e il poeta fa il resto: nasconde la chiave che è riuscito a trovare nel buio e fa in modo che la sua mano e quella di Mimì si incontrino.
Inizia a raccontarle chi è e come vive, e poi chiede a lei di dire qualcosa; Mimì risponde con parole semplici, ma sincere e profonde come la melodia che accompagna le sue parole:

Mimì
(È un po' titubante, poi si decide a parlare; sempre seduta.)
Sì.
Mi chiamano Mimì,
ma il mio nome è Lucia.
La storia mia
è breve. A tela o a seta
ricamo in casa e fuori...
Son tranquilla e lieta
ed è mio svago
far gigli e rose.
Mi piaccion quelle cose
che han sì dolce malìa,
che parlano d'amor, di primavere,
di sogni e di chimere,
quelle cose che han nome poesia...
Lei m'intende?

Rodolfo
(commosso)
Sì.

Mimì
Mi chiamano Mimì,
il perché non so.
Sola, mi fo
il pranzo da me stessa.
Non vado sempre a messa,
ma prego assai il Signore.
Vivo sola, soletta
là in una bianca cameretta:
guardo sui tetti e in cielo;
ma quando vien lo sgelo
il primo sole è mio
il primo bacio dell'aprile è mio!
Germoglia in un vaso una rosa...
Foglia a foglia la spio!
Cosi gentile
il profumo d'un fiore!
Ma i fior ch'io faccio, ahimè! non hanno odore.
Altro di me non le saprei narrare.
Sono la sua vicina
che la vien fuori d'ora a importunare. 


 Chi non si sarebbe innamorato dopo una presentazione del genere?
Ormai l'amore è sbocciato, ma gli amici che stanno aspettando Rodolfo iniziano a fargli fretta dalla strada. Rodolfo vorrebbe rimanere solo in casa con Mimì, ma lei suggerisce di uscire insieme agli amici; i due si incamminano chiamandosi "Amore".


Rodolfo
O soave fanciulla, o dolce viso
di mite circonfuso alba lunar
in te, vivo ravviso
il sogno ch'io vorrei sempre sognar!
(cingendo con le braccia Mimì)
Fremon già nell'anima
le dolcezze estreme,
nel bacio freme amor!
(La bacia.)

Mimì
(assai commossa)
Ah! tu sol comandi, amor!...
(quasi abbandonandosi)
(Oh! come dolci scendono
le sue lusinghe al core...
tu sol comandi, amore!...)

Mimì
(svincolandosi)
No, per pietà!

Rodolfo
Sei mia!

Mimì
V'aspettan gli amici...

Rodolfo
Già mi mandi via?

Mimì
(titubante)
Vorrei dir... ma non oso...

Rodolfo
(con gentilezza)

Di'.
Mimì
(con graziosa furberia)
Se venissi con voi?

Rodolfo
(sorpreso)
Che?... Mimì?
(insinuante)
Sarebbe così dolce restar qui.
C'è freddo fuori.

Mimì
(con grande abbandono)
Vi starò vicina!...

Rodolfo
E al ritorno?

Mimì
(maliziosa)
Curioso!

Rodolfo
(Aiuta amorosamente Mimì a mettersi lo scialle.)
Dammi il braccio, mia piccina.

Mimì
(Dà il braccio a Rodolfo.)
Obbedisco, signor!
(S'avviano sottobraccio alla porta d'uscita.)

Rodolfo
Che m'ami di'...

Mimì
(con abbandono)
Io t'amo!

Rodolfo
Amore !

Mimì
Amor!

Purtroppo questo amore, come d'altronde ogni amore, non è destinato a proseguire indisturbato; Mimì e Rodolfo litigano spesso, lui è geloso e la rimprovera, finché una notte se ne va di casa dicendo che è finita. Mimì non sa cosa fare, perché i due han già provato a dividersi ma non ne sono stati capaci; va allora in cerca del pittore Marcello, uno degli amici di Rodolfo, per chiedegli di aiutarlo, raggiungendolo all'osteria dove lavora come pittore:

Marcello
(Esce dal Cabaret e con sorpresa vede Mimì.)
Mimì?!

Mimì
Son io. Speravo di trovarti qui.

Marcello
È ver. Siam qui da un mese
di quell'oste alle spese.
Musetta insegna il canto ai passeggeri;
Io pingo quel guerrier
sulla facciata.
(Mimì tossisce.)
È freddo. Entrate.

Mimì
C'è
Rodolfo?

Marcello
Sì.

Mimì
Non posso entrar.

Marcello
(sorpreso)
Perché?

Mimì
(Scoppia in pianto)
O buon Marcello, aiuto!

Marcello
Cos'è avvenuto?

Mimì
Rodolfo m'ama. Rodolfo m'ama
mi fugge e si strugge per gelosia.
Un passo, un detto,
un vezzo, un fior lo mettono in sospetto...
Onde corrucci ed ire.
Talor la notte fingo di dormire
e in me lo sento fiso
spiarmi i sogni in viso.
Mi grida ad ogni istante:
Non fai per me, prenditi un altro amante.
Ahimè! In lui parla il rovello;
lo so, ma che rispondergli, Marcello?

Marcello
Quando s'è come voi non si vive in compagnia.
Son lieve a Musetta ed ella è lieve
a me, perché ci amiamo in allegria...
Canti e risa, ecco il fior
d'invariabile amor!

Mimì
Dite bene. Lasciarci conviene.
Aiutateci voi; noi s'è provato
più volte, ma invano.
Fate voi per il meglio.

Marcello
Sta ben! Ora lo sveglio.

Mimì
Dorme?

Marcello
E piombato qui
un'ora avanti l'alba; s'assopì
sopra una panca.
(Fa cenno a Mimì di guardare per la finestra dentro il Cabaret.)
Guardate...
(Mimì tossisce con insistenza.)
(compassionandola)
Che tosse!

Mimì
Da ieri ho l'ossa rotte.
Fuggì da me stanotte
dicendomi: È finita.
A giorno sono uscita
e me ne venni a questa
volta .

Marcello
(osservando Rodolfo nell'interno del Cabaret)
Si desta...
s'alza, mi cerca... viene.

Mimì
Ch'ei non mi veda!

Marcello
Or rincasate...
Mimì... per carità,
non fate scene qua! 
Mentre arriva Rodolfo Mimì si allontana, ma si nasconde in modo da poter sentire il dialogo tra i due: in verità Rodolfo vede che Mimì si sta ammalando ogni giorno di più e che la fredda soffitta dove vivono in povertà la porterà alla morte, da questo deriva il suo comportamento. 
Mimì, sconvolta, ha un forte attacco di tosse unita al pianto, e Rodolfo si accorge della sua presenza; cerca di rassicurarla, ma ormai è inutile: Mimì da il suo addio a Rodolfo, con le dolorose indicazioni per come gestire la separazione che in questo caso si è costretti dare col cuore stretto. I due decidono di finire l'inverno insieme e di separarsi alla stagion dei fiori.


Mimì
(svincolandosi da Rodolfo)
Addio.

Rodolfo
(sorpreso)
Che! Vai?

Mimì
(affettuosamente)
D'onde lieta uscì
al tuo grido d'amore,
torna sola Mimì
al solitario nido.
Ritorna un'altra volta
a intesser finti fior.
Addio, senza rancor.
- Ascolta, ascolta.
Le poche robe aduna che lasciai
sparse. Nel mio cassetto
stan chiusi quel cerchietto
d'or e il libro di preghiere.
Involgi tutto quanto in un grembiale
e manderò il portiere...
- Bada, sotto il guanciale
c'è la cuffietta rosa.
Se... vuoi... serbarla a ricordo d'amor!...
Addio, senza rancor. 


Mimì si da alla vita della mantenuta, ma un giorno ritorna alla soffitta; ritorna stanca e morente accompagnata dall'amica Musetta.
Sentendo la morte è tornata per morire vicina a Rodolfo. Gli amici escono a chiamare un medico, Musetta va a cercare un manicotto col quale Mimì possa scaldarsi le mani, e così i due innamorati rimangono soli.
Mimì, che sembrava addormentata, apre gli occhi: aveva finto di dormire in modo da esser lasciata sola con Rodolfo... con alcune tra le più belle parole e con una musica stupenda Mimì dichiara ancora una volta il suo amore e ricorda la prima volta in cui è entrata in quella soffitta:


Mimì
(Apre gli occhi, vede che sono tutti partiti e allunga la mano verso Rodolfo, che gliela bacia amorosamente.)
Sono andati? Fingevo di dormire
perché volli con te sola restare.
Ho tante cose che ti voglio dire,
o una sola, ma grande come il mare,
come il mare profonda ed infinita...
(Mette le braccia al collo di Rodolfo.)
Sei il mio amore e tutta la mia vita!

Rodolfo
Ah, Mimì,
mia bella Mimì!

Mimì
(Lascia cadere le braccia.)
Son bella ancora?

Rodolfo
Bella come un'aurora.

Mimì
Hai sbagliato il raffronto.
Volevi dir: bella come un tramonto.
«Mi chiamano Mimì,
il perché non so...».

Rodolfo
(intenerito e carezzevole)
Tornò al nido la rondine e cinguetta.
(Si leva di dove l'aveva riposta, sul cuore, la cuffietta di Mimì e gliela porge.)

Mimì
(gaiamente)
La mia cuffietta...
Ah!
(Tende a Rodolfo la testa, questi le mette la cuffietta. Mimì fa sedere presso a lei Rodolfo e rimane colla testa appoggiata sul petto di lui.)
Te lo rammenti quando sono entrata
la prima volta, là?

Rodolfo
Se lo rammento!

Mimì
Il lume si era spento...

Rodolfo
Eri tanto turbata!
Poi smarristi la chiave...

Mimì
E a cercarla
tastoni ti sei messo!...

Rodolfo
...e cerca, cerca...

Mimì
Mio bel signorino,
posso ben dirlo adesso:
lei la trovò assai presto...

Rodolfo
Aiutavo il destino...

Mimì
(ricordando l'incontro suo con Rodolfo la sera della vigilia di Natale)
Era buio; e il mio rossor non si vedeva...
(Sussurra le parole di Rodolfo).
«Che gelida manina...
Se la lasci riscaldar!...»
Era buio
e la man tu mi prendevi...
(Mimì è presa da uno spasimo di soffocazione e lascia ricadere il capo, sfinita.)

Rodolfo
(Spaventato, la sorregge.)
Oh Dio! Mimì! 
Poco dopo, circondata da chi la ama e le vuole bene, Mimì chiude per l'ultima volta gli occhi, con le mani al caldo nel manicotto che le è stato appena portato.


2 commenti:

  1. A me vengono i brividi ogni volta!!! Belle le interpretazioni che hai scelto Alessandro. E non poteva che essere la Renata a presentarsi come Mimì. Si sente il tuo amore per il personaggio ed è bello il pensiero, come è bella l'impaginazione. Puccini ti guarderebbe con tenerezza.

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    1. Grazie Fiorella! Mi fa piacere che ti sia piaciuto :)
      Come si potrebbe non amare Mimì?

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