sabato 30 giugno 2012

La traviata - Introduzione

Voglio dedicare alcuni post all'opera che amo di più, La traviata di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, cercando di esplorare insieme questo capolavoro e, se possibile, di togliere una certa svalutazione di cui questa opera soffre insieme con Rigoletto e Il trovatore.

È noto che la prima rappresentazione, avvenuta il 6 Marzo 1853, fu un fiasco a causa di un cast inadeguato, ma che già la ripresa dell'anno successivo, con qualche lieve modifica nella partitura e con un nuovo cast, fu un successo.
Da allora quest'opera è sempre stata una delle più rappresentate e delle più celebri di ogni tempo, ma dobbiamo porci subito alcune domande:

Come ci viene presentata quest'opera?
La versione che siamo abituati ad ascoltare le rende davvero giustizia?

Purtroppo, come tutte le opere più rappresentate al giorno d'oggi, La traviata viene spesso presentata in allestimenti non solo sbagliati e insensati, ma anche a volte ridicoli; per questo è sempre bene, se ci si vuole avvicinare ad un'opera, munirsi del libretto, almeno per avere un'idea chiara di cosa avevano in mente il compositore e il poeta; in questo modo è possibile sviluppare un proprio giudizio critico e valutare i vari allestimenti.
La versione della Traviata che di solito ascoltiamo è piena di tagli, i quali secondo me portano via gran parte della bellezza di quest'opera (basta pensare a tutta la scena finale, partendo dal duetto Parigi, o cara, alla seconda strofa dell'aria del I atto Ah, fors'è lui, alla seconda strofa dell'aria del III atto Addio del passato e alla cabaletta di Giorgio Germont nel II atto No, non udrai rimproveri); cercherò di mettere collegamenti ad alcune esecuzioni integrali delle parti solitamente tagliate ed inserirò i testi delle strofe solitamente omesse.

Bisogna ricordare che Verdi trovò ispirazione per questa sua opera in una versione teatrale de La Dame aux camélias, scritta da Alexandre Dumas figlio nel 1848: un'opera considerata scandalosa, in quanto la protagonista, Margherita Gautier (ispirata alla figura di Alphonsine Plessis, conosciuta come Marie Duplessis) è una mantenuta, una cortigiana.

Marie Duplessis

Il vero motivo dello scandalo suscitato da questo romanzo non è da cercare solo nella protagonista, ma nel fatto che il pubblico borghese venne messo di fronte alla propria ipocrisia; nella storia narrata si nota infatti come la borghesia critichi e rinneghi il mondo in cui di notte ama rifugiarsi e trovare divertimento: una cortigiana può essere la protagonista assoluta della vita notturna borghese, ma di giorno verrà additata con disprezzo anche da coloro che qualche ora prima si stavano divertendo in casa sua, in nome di un perbenismo ipocrita.

Ad aggravare la rappresentazione del mondo borghese sta il fatto che Margherita è capace di amare davvero e di sacrificarsi per amore, e il suo sacrificio è reso necessario proprio dall'idea che la "gente per bene" ha di lei senza davvero conoscerla.
Margherita dimostra di essere l'unica capace di amare davvero (penso che la frase migliore per descrivere questa situazione sia quella usata da Piave nel libretto della Traviata: sola Abbandonata in questo Popoloso deserto Che appellano Parigi); nemmeno Armando (l'Alfredo di Verdi) riesce ad amarla in modo totale, continuando a pensare che lei abbia bisogno ancora di gioielli e ricchezza nel loro pacifico ritiro in campagna, causando così il dolore di lei, che si rende conto di non poter mai liberarsi del passato e soprattutto del marchio che la società le ha impresso indelebilmente addosso.
Per questo penso che una delle frasi chiave dell'opera di Verdi sia questa del II atto:  
Così alla misera - ch'è un dì caduta, Di più risorgere - speranza è muta! Se pur benefico - le indulga Iddio, L'uomo implacabile - per lei sarà

La vera Traviata non è Margherita (o Violetta), ma la società che pretende con ipocrisia di giudicarla e di sostituire addirittura il proprio giudizio a quello divino.

2 commenti:

  1. Non capisco perchè parli di svalutazione della Traviata e delle altre due opere della Trilogia popolare.
    Apparentemente possono apparire banali (cosa significa poi banale in musica?), ma la grandezza di Verdi sta proprio nell'avere composto una musica molto orecchiabile, ma allo stesso tempo avere scritto tre opere somme. Io amo tutto Verdi, i capolavori della maturità, quali Aida, Don Carlos, Otello, Falstaff, ma il Verdi più vero e più grande è proprio quello di Rigoletto, Trovatore e Traviata.
    Traviata delle tre è la mia preferita.
    Sono d'accordo con te che la chiave dell'opera stia proprio nel duetto del II atto tra Violetta e papà Germont, ma oltre ad essere il punto di forza dell'azione, a mio avviso, è anche il punto di forza dal punto di vista musicale. Non mi stancherei mai di ascoltarlo!

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    1. Io apprezzo molto la Trilogia: parlo di svalutazione perché viene vista a volte con disprezzo da alcuni melomani che la portano ad esempio di opere popolari inferiori ad altre opere (e io NON sono d'accordo con loro). Già il nome Trilogia popolare da un'etichetta sbagliata... cosa c'è di popolare nella Traviata per esempio? Fu uno scandalo proprio perché moderna ed innovativa.
      Adoro anche io il duetto Violetta-Giorgio!

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